Un rapporto ci svela che non tutte le lauree sono uguali.
AlmaLaurea, il Consorzio Interuniversitario a cui aderiscono 76 atenei italiani e 21 centri di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), ci offre una nuova panoramica del mondo del lavoro.
Il 18 giugno 2021 è stato presentato il XXIII “Rapporto sulla Condizione occupazionale dei Laureati”, una rilevazione statistica che per il 2020 ha riguardato 655mila laureati degli atenei aderenti e che tiene conto dell’inserimento lavorativo degli stessi negli anni 2015, 2017 e 2019.
Un dato primario che emerge è la valenza del titolo universitario. Difatti, nel 2020 il tasso di occupazione della fascia d’età 20-64 è stato del 78% dei laureati, contro il 65,1% dei diplomati.
Il divario si registra anche nella remunerazione: una differenza pari al 37% in favore di chi possiede un titolo di studio accademico.
Per quanto attiene la condizione occupazionale, è evidente che la crisi pandemica ha condizionato le opportunità dei nuovi laureati: il tasso di occupazione medio (se si considera l’inserimento lavorativo dei laureati sia di primo livello sia di secondo livello ad un anno dal conseguimento del titolo) si attesta al 68,6%, con un calo medio pari al 4,25% rispetto a precedenti rilevazioni.
Ma quali sono le tipologie di lauree che garantiscono un più proficuo inserimento lavorativo?
A cinque anni dalla laurea, i titoli che fanno registrare migliori performance occupazionali, con un tasso di occupazione bel al di sopra del 90%, sono: ICT, ingegneria industriale ed economia.
Fanalino di coda per arte e design, lettere e educazione e formazione, il cui tasso medio di occupazione si attesta al di sotto dell’81%.
Per le magistrali a ciclo unico, il gruppo disciplinare medico-farmaceutico registra un tasso di occupazione del 93,3%; al contrario, il settore giuridico non supera l’80%.
Anche per quanto riguarda le remunerazioni, le lauree in ambito ICT, ingegneria industriale ed economica garantiscono una remunerazione media mensile pari a 1.774 euro, mentre gli ambiti arte e design, educazione e formazione e psicologia vedono i suoi laureati garantirsi una remunerazione media mensile pari a 1.240 euro.
Medesimo discorso per le magistrali a ciclo unico, dove medici e farmacisti hanno una retribuzione media mensile pari a 1.789 euro, mentre coloro che lavorano in ambito giuridico non superano la soglia dei 1.500 euro.
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